Biennale di Architettura Venezia 2018 – Freespace

0 Shares
0
0
0
0
0
0

La Biennale di Architettura 2018 ha come titolo Freespace. Il tema sono gli spazi aperti, gli spazi pubblici, il negativo del costruito se così vogliamo dire. Da “comune mortale” mi piace approcciarmi ai temi delle Biennali. L’ingresso in fondo è pubblico e non solo per addetti ai lavori e trovo alquanto stimolante vedere quanto mi rimane effettivamente degli intenti dei curatori e degli allestitori dei padiglioni. Il “freespace” poi è la parte che forse tocca più tutti noi in quanto sono quegli spazi che i progettisti pensano che vengano usati in un modo e poi finiscono molto spesso ad essere usati in modi completamente diversi. Questo spesso è proprio per un estraniamento della figura dell’architetto verso la gente comune, verso il fruitore finale dell’opera, il quale non la vive per come è stata pensata ma la vive per come è stata realizzata senza ricevere dotte o complesse spiegazioni. Classico esempio sono le piazze. Disegnate e progettate con intenti altisonanti, finiscono poi per risultare nude, minimaliste e troppo “mentali” e di conseguenza semplicemente non piacciono e la gente non si trova in armonia con il luogo, dunque non lo vive e non lo sente come proprio. Un banale esempio locale la nuova piazza Magnago a Bolzano. Geometrica, squadrata, essenziale nelle forme, ma tendenzialmente un nulla con intorno degli edifici. Poi possono venire a raccontarmi che la vista dagli uffici della provincia è bellissima (si ma chi la vede se non i politici), che si voleva vuota per flessibilità per manifestazioni (ok ma c’è vuoto e vuoto) e soprattutto che serve la gente…che è la gente che anima una piazza. Ma, come dicevo prima, la gente se non si trova bene in un luogo non lo frequenta. Proprio qui si innesta il “Freespace” della Biennale di Architettura 2018. Come può il progettista o meglio la sua opera coinvolgere le persone rendendole parte dell’opera stessa. Molti espositori lo affrontano in maniera didascalica, ovvero mostrando esempi pratici dei vari paesi. Esempi che hanno funzionato, altri no, altri che hanno preso pieghe completamente diverse. Altri espositori usano il padiglione come uno spazio esempio del concetto di Freespace. Della Biennale si può dire che sia noiosa, interessante, provocatoria, retorica, mentale, radical chic, ecc. e tutti gli aggettivi ci possono stare perché questa in fondo è la Biennale stessa. Un luogo dove avviene un confronto tra progetto e realtà. Proprio qui secondo me è il grande problema dell’architettura oggi. Opere fini a sè stesse, che parlano di sè per essere citate su qualche rivista specializzata ma purtroppo lontane dall’uomo comune al quale comunque, sulla carta, sono rivolte.
L’allestimento dei padiglioni è, come sempre avviene per Architettura, meno scenico della Biennale d’Arte.
Permane per molti il vizio di fare installazioni troppo complesse che necessitano di una lettura e del tempo che spesso non si ha. Preferisco le installazioni più semplici e immediate che alla fine risultano lasciarti qualcosa in più della complessità ricercata da altri. Come sempre ne sono seguite una serie di scatti frammentati dai vari padiglioni. Prima biennale anche per Giacomo che si è divertito proprio tanto a scoprire i vari padiglioni ed interagire con le installazioni.
Ultima osservazione, il padiglione del Vaticano, con l’interpretazione da parte di alcuni architetti di chiese e cappelle in formato concettuale. Interessante ma deludente. Deludente non tanto per le opere in sè, quanto perché come per Expò 2015 ritengo che il Vaticano farebbe bene ad investire i “propri” (nostri) soldi in opere più concrete e meno astratte…pensiero vano dato che dell’astrattismo ne hanno fatto una religione.
Per chiudere l’ultima immagine di questa foto gallery è quella che fa un po’ riflettere sulle intenzioni degli architetti e le destinazioni d’uso che non sempre coincidono.

Album foto Biennale di Architettura 2018

0 Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You May Also Like