Biennale d'Arte Venezia 2013
Quando ho letto la spiegazione del perché il curatore Massimiliano Gioni per la 55. Esposizione Internazionale d’Arte ha scelto come titolo "Il Palazzo Enciclopedico" sono rimasto piuttosto incuriosito. Massimiliano Gioni con questo titolo evoca l’artista auto-didatta italo-americano Marino Auriti che “il 16 novembre 1955 depositava presso l’ufficio brevetti statunitense i progetti per il suo Palazzo Enciclopedico, un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità, collezionando le più grandi scoperte del genere umano, dalla ruota al satellite. L’impresa di Auriti rimase naturalmente incompiuta, ma il sogno di una conoscenza universale e totalizzante attraversa la storia dell’arte e dell’umanità e accumuna personaggi eccentrici come Auriti a molti artisti, scrittori, scienziati e profeti visionari che hanno cercato – spesso invano – di costruire un’immagine del mondo capace di sintetizzarne l’infinita varietà e ricchezza.” Questa descrizione si potrebbe adattare perfettamente a quello che oggi è Internet! Auriti è un personaggio più o meno sconosciuto tornato alla ribalta proprio grazie alla Biennale del 2013. Cercando su Google sono riuscito a scovare una pagina interessante sul sito della nipote. Non so perché ma questo personaggio mi è decisamente simpatico. Forse perché i sogni folli sono i più affascinanti...be hungry, be foolish diceva un certo Steve Jobs! :-) Ci sono molte curiose analogie tra Auriti e Jobs non ultima quella che Auriti si era costruito un garage come studio! Ma torniamo alla Biennale. Sono diversi anni che visito le biennali di Arte e di Architettura di Venezia. Lo faccio non per interesse professionale ma perché mi piace un sacco "navigare" tra i vari padiglioni alla ricerca di immagini, dettagli, frammenti di quei messaggi che gli artisti o i curatori cercano di trasmettere. Non sempre ci riescono soprattutto in un era di mordi e fuggi come quella odierna. Alcuni padiglioni si compredono al volo, altri necessitano di una lettura e/o comunque di più tempo per capirli. Un giorno per visitare la Biennale effettivamente non basta per capirla a fondo.Quest'anno poi, tra una cosa e l'altra, la ho visitata all'utimo giorno tralasciando anche l'arsenale.